Autismo

Nov 25, 2024 | Malattie e Condizioni

Negli ultimi anni, con l’aumento delle diagnosi di autismo, sempre più studiosi hanno cercato di identificare le cause alla base di questa condizione. Tra le ipotesi più recenti, supportate da evidenze scientifiche emergenti, vi è quella del legame tra carenza di vitamina D e autismo.

Vitamina D e autismo: cosa ci dice la scienza?

L’autismo, conosciuto anche come disturbo dello spettro autistico (ASD), è caratterizzato da differenze nel modo di comunicare, comportamenti ripetitivi e particolarità nelle interazioni sociali.  Sebbene una parte della comunità scientifica ritenga che l’aumento della sua prevalenza sia in parte attribuibile a una maggiore consapevolezza e a miglioramenti diagnostici, vi è un crescente consenso sul fatto che almeno parte di questo incremento sia reale. Parallelamente, negli stessi anni, si è verificato un altro fenomeno: un’epidemia globale di carenza di vitamina D, particolarmente preoccupante in alcuni gruppi di popolazione, come le donne in gravidanza e i bambini piccoli.

La vitamina D svolge un ruolo fondamentale nel nostro organismo essendo in realtà non una vitamina ma un ormone seco-steroideo che regola una vasta gamma di funzioni biologiche, tra cui la proliferazione cellulare, la neurotrasmissione, la plasticità sinaptica e la neuroprotezione.

Vitamina D: un regolatore essenziale per lo sviluppo cerebrale

La vitamina D è una sostanza chiave per il nostro organismo, coinvolta non solo nella salute delle ossa ma anche nello sviluppo e nel funzionamento del cervello. Si tratta di un neurosteroide, un tipo di ormone che influenza vari aspetti della crescita e del comportamento cerebrale. Recenti studi hanno suggerito che livelli insufficienti di vitamina D, soprattutto durante la gravidanza e nei primi anni di vita, possano essere collegati a una maggiore probabilità di sviluppare tratti autistici.

La vitamina D ha numerosi effetti sul cervello, tra cui:

  • Regolazione di vari neurotrasmettitori  tra cui la serotonina: La serotonina è una sostanza chimica coinvolta nell’umore e nelle interazioni sociali. È stato osservato che nei soggetti autistici i livelli di serotonina possono essere alterati, e la vitamina D influenza positivamente questa regolazione.
  • Riduzione dell’infiammazione: Alcuni studi indicano che il cervello di persone autistiche può essere soggetto a processi infiammatori cronici. La vitamina D ha proprietà antinfiammatorie che alleviano questa condizione.
  • Protezione dai radicali liberi: La vitamina D aumenta i livelli di glutatione, un potente antiossidante che protegge le cellule cerebrali dai danni ossidativi.

Fattori epidemiologici: la correlazione tra vitamina D e autismo

Diverse evidenze epidemiologiche suggeriscono un legame tra carenza di vitamina D e aumento della prevalenza dell’autismo. Quest’ultimo è più comune in aree geografiche caratterizzate da scarsa esposizione alla luce solare, come le regioni con clima freddo o nuvoloso, nelle aree urbane densamente popolate o in quelle con elevati livelli di inquinamento atmosferico. Questi fattori riducono l’esposizione agli ultravioletti B (UVB), necessari per la sintesi di vitamina D nella pelle.

Inoltre, l’autismo è più prevalente nelle popolazioni con pelle più scura, poiché la melanina, che conferisce pigmentazione alla pelle, funge da schermo naturale contro gli UVB, riducendo la capacità del corpo di produrre vitamina D. Questo potrebbe spiegare il tasso più elevato di autismo tra gli afroamericani e altre etnie con pelle scura che vivono in latitudini più settentrionali.

Un recente studio ha mostrato che le madri con livelli di vitamina D molto bassi durante la gravidanza presentavano una probabilità significativamente più alta di avere figli con tratti autistici rispetto a quelle con livelli adeguati. Questa associazione è stata particolarmente evidente nelle madri immigrate, suggerendo che i cambiamenti ambientali legati alla migrazione possano influenzare l’esposizione alla luce solare e, di conseguenza, i livelli di vitamina D.

Etica e prevenzione: una riflessione necessaria

Mantenere livelli ottimali di vitamina D durante la gravidanza riduce  la probabilità del nascituro di sviluppare, tra le altre problematiche, tratti autistici  ed è quindi un’azione preventiva utile e necessaria . Tuttavia come medico, credo fermamente che si debba  affrontare con cautela e sensibilità qualsiasi discorso sulla prevenzione, quando si parla di autismo. Il rischio è di cadere nella trappola di considerare l’autismo e ogni forma di neurodiversità esclusivamente come un “problema” da prevenire. Sicuramente lavorare sulla prevenzione è importante per evitare disagi e sofferenze ma è altrettanto importante lavorare per accogliere le diversità in modo da ridurre la sofferenza delle persone coinvolte.

Conclusioni

La scienza ci offre sempre più strumenti per comprendere e migliorare la vita delle persone autistiche. Gli studi sulla vitamina D hanno messo nelle nostre mani un importantissimo strumento, ma non deve essere visto come una “cura” per l’autismo. Come medico, la mia priorità è quella di ascoltare le persone e le famiglie e di capire le loro necessità. Come società, dobbiamo essere sempre consapevoli delle implicazioni etiche delle nostre scelte. Il nostro compito non è creare un mondo privo di autismo, ma un mondo in cui ogni persona, indipendentemente dalle sue caratteristiche neurologiche, possa vivere una vita piena con dignità, rispetto e pieno supporto.

Fonti

Cannell, John Jacob. “Autism and vitamin D.” Medical hypotheses vol. 70,4 (2008): 750-9. doi:10.1016/j.mehy.2007.08.016

Cannell, John Jacob. “Vitamin D and autism, what’s new?.” Reviews in endocrine & metabolic disorders vol. 18,2 (2017): 183-193. doi:10.1007/s11154-017-9409-0

Dott.ssa Francesca Michelucci

Chi Sono

Dott.ssa Francesca Michelucci
Medico Esperto in Fitoterapia, Medicina Integrata,
Protocollo Coimbra e Terapia con Ormoni Bioidentici.
Specializzata in Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore.

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Malattie Autoimmuni e Protocollo Coimbra

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