Il Protocollo Coimbra per le malattie autoimmuni
Cos’è il Protocollo Coimbra?
Il Protocollo Coimbra (PC) è stato sviluppato dal Dott. Cicero Galli Coimbra e dal 2002 ha mostrato risultati sorprendenti per quanto riguarda la remissione di tutte le malattie autoimmuni per le quali è stato applicato.
Il PC prevede la somministrazione di MEGA DOSI GIORNALIERE di Vitamina D (molto più alte di quelle tradizionalmente raccomandate a scopo preventivo) con lo scopo di andare a colmare la carenza di vitamina D presente e di vincere la resistenza a questo ormone di cui l’organismo soffre.
La terapia prende il nome di protocollo perché prevede 4 regole inderogabili da seguire per permettere il raggiungimento dei benefici per l’organismo e per proteggere il paziente da possibili effetti collaterali del trattamento.
Le 4 regole:
- Riprogrammazione dell’alimentazione;
- Assunzione della giusta quantità di liquidi giornaliera;
- Corretto esercizio fisico;
- Riduzione delle fonti di stress.
Con “mega dosi di Vitamina D” si intendono dosi da tra le 10000 UI ai 60000 UI AL GIORNO fino anche a, in alcuni casi, 100000 UI al giorno.
L’assunzione di Vitamina D settimanalmente o mensilmente, è ERRATA e TOTALMENTE INSUFFICIENTE.
Dosi così elevate sono sicure quando inserite in un piano terapeutico su misura del paziente, sotto lo stretto controllo di un medico esperto di Vitamina D.
Perché la Vitamina D viene somministrata a dosi così alte nel Protocollo Coimbra?
È importante sapere che la Vitamina D per essere utilizzata passa dal sangue all’interno delle cellule e per fare questo servono delle proteine, che sono normalmente poste sulla membrana cellulare, che la agganciano e la fanno entrare. Queste proteine sono i recettori per la Vitamina D o VDR. Ci sono poi altre proteine deputate al suo trasporto nel sangue ed enzimi che la devono metabolizzare.
È stato visto che chi ha malattie autoimmunitarie ha una riduzione di una o più di queste proteine o enzimi e spesso una quantità inferiore di recettori sulla superficie della cellula: questa situazione non ha nella maggioranza dei casi una base genetica ma è legata proprio alla carenza protratta nel tempo di vitamina D. L’organismo, dato che i livelli di vitamina D circolanti sono per lungo tempo bassi, “risparmia” sui recettori e ne riduce la produzione. Questo meccanismo di risparmio fa si che instauri una condizione chiamata di Resistenza alla Vitamina D: anche se ad un certo punto comincio ad assumere dosaggi comunemente ritenuti sufficienti il mio organismo non riesce comunque ad utilizzarla, perché i recettori che la fanno entrare nelle cellule sono pochissimi.
Riusciamo a vincere la resistenza forzando il sistema ossia somministrando dosi così alte di Vitamina D che una piccola parte di essa riuscirà comunque ad entrare nella cellula.
Questo esempio può forse aiutare a comprendere meglio: mettiamo di avere un bicchiere che anziché avere un’apertura ampia come normale è provvisto di un tappo che non si può togliere e che ha solo un piccolo forellino per poter far entrare e uscire i liquidi.
In questo esempio il bicchiere da riempire è la mia cellula e il liquido con cui devo riempirlo è la vitamina D; il tappo col forellino rappresenta la mia resistenza.
Data questa situazione se ho a disposizione poca acqua la maggior parte cadrà sul coperchio e andrà fuori dal bicchiere: soltanto poche gocce entreranno attraverso il forellino, non riuscendo a riempirlo. Se, al contrario, ho una grande caraffa piena d’acqua molta di quella che verserò sul bicchiere andrà sicuramente fuori ma sarà talmente tanta che buona parte entrerà attraverso il forellino e quindi il bicchiere piano piano si riempirà.
Questo è lo scopo che ci prefiggiamo somministrando mega-dosi di vitamina D: vincere le resistenze e riuscire a far entrare nella cellula tutta la Vitamina D di cui ha bisogno.
Nel momento in cui avrò all’interno delle mie cellule sufficiente vitamina D allora il mio sistema immunitario ricomincerà a funzionare per come è progettato: riuscirà nuovamente a riconoscere come pericolosi microrganismi o cellule anomale e attiverà tutti i meccanismi di difesa in suo possesso per difendermi da loro. Contemporaneamente terrà autonomamente sotto controllo le componenti “impazzite” responsabili della malattia autoimmune e questa, nell’arco di qualche mese, andrà spontaneamente in remissione.
Mentre gli altri farmaci sopprimono il sistema immunitario, lasciando il corpo suscettibile alle infezioni, la vitamina D è l’unica sostanza in grado di inibire selettivamente la reazione chiamata “Th17”, causata dalle malattie autoimmuni
Perché la Vitamina D?
La Vitamina D anche se viene chiamata Vitamina in realtà è un ormone con importanti funzioni di regolazione sul sistema immunitario, il cui nome scientifico è Colecalciferolo. E’ il principale ormone immunoregolatore conosciuto e grazie a lui il nostro sistema immunitario riesce a difenderci sia dagli attacchi di virus, batteri e altri microrganismi che dalla crescita abnorme di cellule anomale o tumorali. La presenza nel nostro organismo dei corretti valori di Colecalciferolo ci aiuta quindi a difenderci al meglio dalle malattie e dai tumori e fa sì che il nostro sistema immunitario lavori sempre al meglio delle proprie possibilità.
Il Protocollo Coimbra in pratica
Chi inizia il Protocollo Coimbra non solo inizia una terapia che lo porterà a stare meglio in maniera naturale, perché lo farà attraverso il ripristino del funzionamento di un organo che fino a quel momento non ha avuto la possibilità di funzionare al meglio, ma intraprende un vero e proprio percorso di guarigione, in cui la persona viene messa al centro del percorso stesso.
Le alte dosi di Vitamina D possono essere tossiche?
La terapia con mega-dosi di vitamina D ha, al pari di tutte le terapie, possibili effetti collaterali.
L’enorme differenza che esiste tra questa terapia e molte altre terapie sta nel fatto che in questo caso noi possiamo (e dobbiamo), attuando delle modifiche alla nostra dieta, eliminare completamente i possibili effetti collaterali e quindi attuare una terapia completamente e totalmente sicura.
Tra gli effetti della Vitamina D vi è infatti quello di regolare l’assorbimento di calcio dall’intestino: questa capacità, assumendo dosi così alte, viene persa per cui tutto quanto il calcio che viene ingerito viene assorbito completamente. Al nostro organismo non serve tutto quel calcio, che comincia quindi ad accumularsi nei tessuti, soprattutto nel rene, portando alla fine a sviluppare un’insufficienza renale, una malattia dei reni molto grave.
Se però eliminiamo dalla dieta i cibi che contengono alte quantità di calcio, ossia i latticini, noi siamo in grado di eliminare completamente questo problema: attuando questa modifica alla dieta la terapia sarà assolutamente sicura e priva di altri effetti collaterali.
Naturalmente devono essere effettuati periodicamente esami di controllo, per accertarci che tutto stia procedendo bene e che il Calcio sia sempre entro i valori limite.
Dato che la risposta dell’organismo alle alte dosi di Vitamina D è un meccanismo complesso che coinvolge sia il sistema immunitario che il metabolismo del calcio, il rene e l’osso, è necessario che chi decide di iniziare questa terapia lo faccia rivolgendosi a un medico specializzato e formato nella Clinica del Dott. Coimbra in Brasile. E’ infatti facile commettere errori se non si conoscono alla perfezione i meccanismi di risposta del nostro corpo alle alte dosi di Vitamina D, e questi errori possono mettere a rischio la sicurezza della terapia.

È necessario assumere altri farmaci o integratori assieme alla vitamina D?
L’unica altra sostanza che è necessario assumere assieme alla vitamina D è il Magnesio: quest’ultimo infatti è necessario per il corretto metabolismo della vitamina D dato che gli enzimi che convertono la vitamina D nella sua forma attiva sono dipendenti dal Magnesio. Se quindi questo elemento è carente, come spesso purtroppo succede per carenze dietetiche, non abbiamo la possibilità di convertire la vitamina D nella sua forma attiva e la terapia non funzionerà a dovere.
Non ci sono altri oligoelementi strettamente necessari ma spesso il medico prescrive sia acidi grassi omega 3 ad alte dosi che un multivitaminico ad hoc. I primi sono utili a tenere sotto controllo l’infiammazione e il secondo a colmare carenze vitaminiche e di oligoelementi (come la vitamina A, la vitamina K2 lo Zinco e altri) che molto spesso si riscontrano e possono ostacolare il corretto processo di guarigione.
Tutto ciò che viene somministrato in più rispetto alla Vitamina D e al Magnesio è comunque valutato caso per caso dal medico in base alla persona che si trova davanti, alla sua patologia e al suo vissuto.
Quali cambiamenti nella mia vita quotidiana devo prevedere per poter cominciare questa terapia?
Oltre a una dieta priva di latticini è necessario bere almeno 2,5 litri di liquidi al giorno. Bere molto aiuta i reni a proteggersi dalle sostanze tossiche e a lavarsi da eventuali accumuli di calcio. Ci sono situazioni in cui bere quantità così abbondanti di liquidi può essere, almeno inizialmente, difficoltoso: il medico che vi segue vi darà importanti indicazioni su come riuscire a farlo senza alcun tipo di problema.
Ci sono condizioni che mi possono impedire di iniziare il protocollo Coimbra?
Si, queste sono l’insufficienza renale già presente, alterazioni nel metabolismo del calcio come ad esempio un iperparatiroidismo primitivo, il rifiuto a eliminare i latticini dalla dieta e a bere sufficienti quantità di liquidi e il rifiuto a sottoporsi a regolari esami e visite di controllo.
A parte queste situazioni chiunque sia affetto da una malattia autoimmunitaria può cominciare questa terapia.
Bibliografia
Il Protocollo Coimbra si basa sui più recenti studi. Ne riportiamo alcuni:
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